martedì 21 settembre 2010

Cotonificio Ferrari c'è l'accordo «scaccia-paura»

Intesa sindacale per il passaggio alla H.S.G.
Conferma per 72 dei 159 addetti ammortizzatori sociali per 35 vicini alla pensione; prospettive per altri alle prese con la Cigs

Alla fine l'accordo è arrivato. I sindacati di categoria hanno detto sì al passaggio del Cotonificio Roberto Ferrari di Adro (gruppo Lineapiù in amministrazione straordinaria) alla H.S.G. di Chiari dell'imprenditore Gianbattista Penna. L'intesa, tessuta in questi mesi dal commissario straordinario, Giovanni Grazzini, prevede la conferma di 72 dei 159 dipendenti (di cui 4 part-time), ammortizzatori sociali per 35 lavoratori vicini alla pensione e la riassunzione, nei prossimi 2 anni in caso di necessità produttive, di altri 15 ex dipendenti tra il resto della forza lavoro che sarà interessata dalla Cigs. Garantito anche il mantenimento dei superminimi collettivi e individuali (punto ampiamente discusso dalle parti).
I SINDACATI hanno chiesto e ottenuto anche l'apertura - a un anno dal subentro della nuova società - di un tavolo istituzionale che coinvolga la prefettura per verificare il percorso individuato per gli operai non coinvolti nel progetto di rilancio. Stabiliti anche i primi criteri per le assunzioni: tuteleranno le famiglie nel caso entrambi i coniugi siano occupati in fabbrica (almeno uno dei due manterrà il posto) e altri casi particolari. Soluzioni individuate nel lungo incontro tenuto negli uffici della storica azienda franciacortina, mentre oltre cento dipendenti nel piazzale hanno atteso con ansia di conoscere l'esito del confronto. Un'intesa in un certo senso «sollecitata» dalle maestranze, considerate le 128 firme raccolte a favore dell'impianto emerso dalla trattativa sindacale e già accettato dalla Femca Cisl, ma non ancora dalla Filtem-Cgil e Uilta-Uil; l'accordo per essere valido necessitava dell'unanimità dei lavoratori della firma di tutte le organizzazioni di categoria.
IL LUNGO pomeriggio, comunque, non è iniziato nel migliore dei modi, con il via alla trattativa slittata di mezzora, alle 13.30, per un ritardo della Uilta. Inizialmente è sembrata in salita, dopodichè - alle 15,45 - dagli uffici è uscito di corsa, e sorridente, il commissario Grazzini (in partenza per Milano, atteso da un altro impegno) annunciando che l'accordo «è fatto». Sono servite altre due ore, comunque, prima di vedere tutti i rappresentanti sindacali (non il nuovo acquirente) sul piazzale per illustrare i contenuti agli addetti: «Abbiamo raggiunto la condivisione su un testo che vede importanti miglioramenti e maggiori garanzie - ha spiegato a nome dei sindacati Francesco Saottini della Femca -, anche se materialmente non verrà firmato entro sera. L'imprenditore sceso in campo si è impegnato a richiamare chi non sarà riassunto qualora emergessero picchi di lavoro: resteranno in azienda fino a 4 mesi dopodichè, in caso di altre necessità, non potrà attuare un turn-over ma dovrà assumerli a tempo indeterminato». Dalla nuova proprietà anche la disponibilità, a un anno dall'inizio della Cigs, per una verifica puntuale della situazione con le istituzioni. Saottini ha ammesso che si è sfiorata la rottura sulla questione dei superminimi collettivi (per un operaio valgono 108 euro al mese su una retribuzione di 1.070 euro), ma anche su quelli individuali (per H.S.G. significano 100mila euro in più l'anno alla voce stipendi). Per gli addetti ora rimane il rebus riassunzioni, visto che il criterio cardine è quello «delle esigenze tecnico-organizzative dell'imprenditore».
PER LAURA Tonoli (Filtcem Cgil) «sono stati compiuti passi importanti, anche sul fronte delle clausole previste per verificare la condizione di quanti saranno interessati dalla Cassa straordinaria. Il nostro obiettivo - ha aggiunto - non era di far fallire l'azienda, ma di migliorare il più possibile l'accordo». Anche per Daniele Bailo (Uil) il braccio di ferro con la proprietà e il commissario «è comunque servito a condizionare e migliorare la trattativa. È stata rimossa la pregiudiziale sui part-time, c'è una salvaguardia maggiore per gli addetti in Cigs, è significativa la novità sulla verifica istituzionale». Soddisfatto anche il commissario, Giovanni Grazzini, assistito nella partita dall'avvocato Guido Amato: «Quel che mi premeva era di salvare questa azienda. E l'obiettivo è stato raggiunto - ha detto -. Devo ringraziare anche i sindacati, che hanno dimostrato responsabilità. Mi è stato anche chiesto di restare come amministratore. Non mi era mai successo».
LA STRAGRANDE maggioranza dei dipendenti preferiva l'accordo rispetto all'arrivo al capolinea dell'azienda prospettato dalla procedura in caso di mancata firma dei sindacati. «Sono convinto che ogni soluzione fosse preferibile al fallimento», ha commentato Luca Gandini, caporeparto al filatoio. Sperava nella firma anche Alessandra Goffi (24 anni al Cotonificio, ora al laboratorio qualità) che con le colleghe ha ideato l'iniziativa della raccolta firme: «Si è scelto il male minore: 72 persone potranno lavorare ancora. E questa fabbrica lo merita, fa prodotti di qualità, dai fiammati al misto lana difficile da trovare in Cina». Soddisfatte anche le Rsu della Uilta (le uniche inizialmente non in linea) Stefania Del Barba e Nadia Roberta Goffi: «Abbiamo ottenuto la maggior parte di quello che chiedevamo, compresa l'importante conferma dei superminimi».

Pietro Gorlani - Bresciaoggi