COMUNICATO STAMPA
La manovra economica del Governo è iniqua e rischia di non rispondere ai problemi posti dall’Europa. E’ una vergogna che ancora una volta pensionati e lavoratori in particolare quelli del settore pubblico siano chiamati a sacrifici per fare cassa.
E’ indubbio che sia necessario riportare i conti pubblici in regola intervenendo sulla spesa. Questo deve essere fatto con equità intervenendo nello specifico dei capitoli di spesa e non con manovre trasversali che colpiscono alcuni ceti sociali mantenendo invece ancora privilegi e zone franche. Inoltre intervenendo con provvedimenti sporadici si raggiunge solo l’obiettivo di fare cassa sui conti annuali ma non si interviene per razionalizzare e rendere produttiva la spesa pubblica, in modo da garantire comunque servizi efficienti a costi standard.
Oggi si riproduce la vecchia logica dei balzelli e delle tasse a carico dei cittadini e in particolare del mondo del lavoro. Quello che sta avvenendo con la tenaglia fiscale è para-fiscale del centro (Governo) e del territorio (regioni, provincie e comuni) è paradossale. I politici dichiarano la volontà di ridurre il peso fiscale e poi in pratica non trovano di meglio, che giustificarsi rispetto alla necessità di far quadrare i bilanci, mettendo le mani nelle tasche dei soliti noti, con nuovi balzelli e addizionali locali.
E’ necessario invece incidere sui costi istituzionali e della politica per avere un sistema pubblico che non mangi se stesso, autoalimentandosi dei propri errori.
E’ innegabile che siamo in una situazione di emergenza che richiede capacità di Governo a tutti i livelli e non solo pannicelli caldi. Il prezzo del risanamento che siamo tenuti a pagare deve essere equamente sostenuto dal paese, senza penalizzare gli apparati produttivi e la efficienza del sistema pubblico là dove è stata realizzata. Si deve intervenire sia pure gradualmente sulle inefficienze, gli sprechi e le abnormi burocrazie fini a se stesse. Si deve intervenire su queste metastasi del sistema.
Questo vuol dire uscire dall’ipocrisia dominante e ridurre da subito i costi della politica (numero dei componenti gli organi di rappresentanza, le loro indennità e prebende, i loro vitalizi gli incarichi e le consulenze d’oro) e i costi istituzionali a livello territoriale (Province e Comuni sono ormai incompatibili con un sistema moderno della cosa pubblica). Intervenendo poi da subito per ridurre il peso fiscale sul lavoro e i pensionati.
Se il Governo non è in grado di fare questo, cioè di fare quello che la situazione oggi richiede, continuando invece a prendere tempo rinviando le decisioni nell’interesse di pochi a scapito dei molti è meglio che se ne vada e la parola ritorni ai cittadini.
Quello che è certo è che dopo che i pensionati e i lavoratori pubblici avranno pagato ancora una volta il conto, non avremo risolto i problemi strutturali del Paese, non vi sarà traccia di una politica di sviluppo e l’iniquità aumenterà a tutto vantaggio degli evasori e di quella parte di società che vive alle spalle di chi tutti i giorni fa il proprio dovere di cittadino.
Per queste ragioni sono da sostenere le iniziative di protesta contro una manovra che pur necessaria, non risponde ai problemi del paese, è iniqua e priva di prospettive capaci di riformare il nostro sistema paese. Solo se il Governo saprà interpretare queste istanze giustifica la pronta esistenza, diversamente non si venga a parlare di riforme.
06.07.2011
Segretario UIL Brescia
Angelo Zanelli