Abbiamo, come noto, in più
occasioni ribadito che la crisi della Caffaro era data dalle grandi difficoltà
di ordine finanziario e di ordine strategico in capo alla Holding ovvero alla
SNIA.
Da sempre in ogni occasione,
abbiamo ribadito con forza, (e lo conferma la stesssa gestione del Commissario
Straordinario) che le produzioni della Caffaro non erano produzioni mature, e
che gli impianti industriali erano tecnologicamente avanzati.
Sulla base di queste ragioni
abbiamo sostenuto l'opportunità di definire, prima con la Snia e poi con la
nuova società subentrata, un nuovo piano industriale che cogliendo tra queste
specificità anche l'alta professionalità dei lavoratori, l'occasione per un
rilancio di questa azienda, garantendo con questo la piena occupazione.
Purtroppo abbiamo il rammarico di
constatare che ciò non è avvenuto.
Si è puntato solo all’acquisizione
al massimo ribasso, senza tener conto di quelle che oggi sono “dichiarate” le
reali potenzialità del sito industriale e dunque della necessità di coniugare
lo sviluppo di questa azienda con la garanzia occupazionale.
Noi oggi chiediamo ai diversi
interlocutori che si sono fatti parte del processo di trasferimento del ramo di
azienda, di tener conto che non può esserci ripresa e rilancio della attività
senza tener conto dei lavoratori che oggi sono espulsi dal ciclo produttivo
senza le necessarie garanzie per il posto di lavoro.
Ecco perchè nel sottolineare il
nostro compiacimento per i dati economici
e produttivi , occorre avere chiaro sin d'ora quali siano le prospettive
a medio termine di questa azienda, perchè senza voler fare le cassandre non
vorremmo che anzichè trovare una soluzione per chi oggi è in cassa integrazione
senza scivoli verso nuove opportunità di lavoro, si determinassero elementi di
incertezza anche per chi oggi è
occupato.
Per queste ragioni siamo a
sollecitare un incontro per comprendere meglio il percorso e le sinergie che si
possono determinare tra Brescia e Torviscosa, in funzione del rapporto
sinergico ancora oggi esistente fra le due realtà.
Brescia 17 febbraio 2012