domenica 19 dicembre 2010

Caffaro, mancano due mesi

Mancano solo due mesi alla scadenza della gestione straordinaria in ex legge Prodi. Una delegazione di lavoratori ed il sindacato provinciale dei chimici hanno incontrato ieri il Sindaco Paroli e l'Assessore Margaroli a palazzo Loggia per fare il punto della situazione e delle trattative utili per la conclusione positiva della possibile cessione dello stabilimento che altrimenti fallirebbe definitivamente. E' atteso per i primi giorni di gennaio l'accordo già definito con il fornitore di energia, si aspettano di conseguenza i riscontri dai soggetti interessati all'acquisizione. Nella foto un momento dell'incontro in sala giunta.

sabato 18 dicembre 2010

Piccola, sì alla strada. Un segno per Ideal



All'unanimità è stata approvata la variante al Prg che dà il via libera alla strada di accesso alla «Piccola velocità». Il primo tassello del piano attuativo dello scalo intermodale.
SCALO che si trova in una situazione di stallo, che sarebbe dovuta a Fs Logistic che opererà sull'area. Intanto però il consiglio ha votato la viabilità d'accesso «per dare un segno di attenzione verso i lavoratiori della Ideal Standard che attendono il polo logistico». Il polo dovrebbe trovare posto, secondo gli accordi, in strutture affittate dalla stessa società di Ferrovie, ma i lavoratori sono preoccupati di «un disinteressamento di Fs Logistic». Ieri ha assistito al dibattito consiliare una loro rappresentanza. «Gli accordi - ricordano - prevedono che dal 1 gennaio 2012 da Bassano Bresciano dove in 54 siamo stati dislocati, si vada alla Piccola». Ma «Galloni non ha ancora firmato la convenzione e il fatto che affermi che non ha trovato tempo - dice un lavoratore - lo consideriamo un gesto di villania». Difronte all'ipotesi di tempi biblici «passeremo a forme di lotta più decise».
L'ASSESSORE Paola Vilardi ha detto che «oggi si vota la variante per dare un segnale, mentre il piano attuativo va a gennaio in attesa di risposte e garanzie sulla realizzazione del polo Ideal Standard da Fs. Che per ora non ha dato». Per Boifava (Pd) nei ritardi ci sono responsabilità anche della Giunta.
da Bresciaoggi del 18 dicembre 2010
http://www.bresciaoggi.it/stories/Cronaca/211227__piccola_s_alla_strada_un_segno_per_ideal/



nella foto, l'intervista a Teletutto a margine del consiglio comunale nella quale il sindacato ribadisce la necessità che si convochi in tempi brevi, nei primi giorni utili di gennaio, il tavolo istituzionale per Ideal Standard ed in quella sede chiarire i problemi che hanno impedito l'approvazione del piano attuativo con l'ultimo consiglio comunale del 2010.

giovedì 16 dicembre 2010

vertenza Vinyls




La Direzione Nazionale ed il Comitato Centrale della Uilcem, esprime piena condivisione e solidarietà con le iniziative di protesta messe in atto dai lavoratori e lavoratrici della Società Vinyls.
La pesantezza delle azioni intraprese nel tempo, mette in evidenza il livello di esasperazione che si è raggiunto dopo mesi di silenzio e di incertezza nella costruzione della trattativa per il salvataggio dell’intero ciclo del cloro in Italia.
E’ sempre più indispensabile che i ruoli di ENI, del fondo svizzero GITA e la forma reale del loro interessamento nella trattativa, siano resi trasparenti con un tavolo nazionale che comprenda oltre che le aziende interessate anche il Sindacato ed i lavoratori nonché il Ministro dello Sviluppo Paolo Romani.
La Segreteria e le strutture tutte di Uilcem auspicano che per tutti i lavoratori coinvolti in questa vicenda si possa prefigurare una conclusione positiva, e che il sacrificio fin qui sopportato porti alla piena condivisione dei risultati in linea con le aspettative fin qui sostenute.
La Segreteria Nazionale Uilcem

mercoledì 15 dicembre 2010

A2A idrico, stato di agitazione


questa è la premessa delle prossime mobilitazioni se l'azienda manterrà la sua volontà di cambiare il contratto di lavoro ai dipendenti interessati, oggi è stato spiegata la situazione in una conferenza stampa


questa la lettera inviata alla società A2A.


Spett.le A2A Direzione del Personale




Oggetto: Proclamazione Stato di Agitazione

Con la presente siamo a comunicarVi la decisione di proclamare lo stato di agitazione del personale coinvolto nell’acquisizione del ramo d’azienda “ciclo idrico” della società A2A S.p.A. da parte della società A2A ciclo idrico.

La decisione scaturisce dall’intenzione espressa, nel primo incontro del 2 dicembre afferente alla procedura ex art. 47 legge 428/90, di trasformare il c.c.n.l. elettrico applicato ai dipendenti interessati al suddetto trasferimento di ramo d’azienda in quello gas-acqua.

Non condividiamo e rifiutiamo tale volontà. Pur comprendendo che il business di A2A ciclo idrico si svolge in un settore merceologico perimetrato dal c.c.n.l. gas-acqua, questa riorganizzazione societaria non può rappresentare un occasione per comprimere elementi di salario e di normative vigenti.
A tutti noi è noto che il livello raggiunto dal c.c.n.l. elettrico è superiore a quello gas-acqua e che su tale differenza di costi si basa la vostra intenzione.

Riteniamo superfluo argomentare che la compressione dei costi, qualora necessaria e pensiamo utile se finalizzata ad un contenimento del prezzo del servizio erogato alla cittadinanza, debba avvenire tramite una diversa organizzazione del lavoro e di miglioramento tecnologico.

Pur ricordandovi che il contratto applicato non può essere sostituito, in assenza di accordo con le rappresentanze sindacali, fino alla sua naturale scadenza, rimangono comunque valide le ragioni che ci hanno portato alla dichiarazione dello stato di agitazione.
Non può essere lo spostamento del problema nel tempo a risolvere la natura delle differenti posizioni.

Pertanto, nel previsto incontro del 22 dicembre conclusivo della procedura ex art. 47 legge 428/90, se riterrete di mantenere immutate le vostre intenzioni procederemo alla inevitabile dichiarazione dello stato di mobilitazione con le relative azioni di lotta.

Distinti saluti.


Brescia, 10/12/2010 Le Segreterie Territoriali
FILCTEM-CGIL - FLAEI-CISL - UILCEM-UIL

mercoledì 24 novembre 2010

Dopo la sentenza sulla strage di Piazza Loggia





La strage di Piazza Loggia dove 8 persone sono morte e più di cento ferite
a causa di una bomba contro la pacifica manifestazione antifascista

è senza colpevoli






INCONTRIAMOCI

Domenica 28 novembre 2010
dalle ore 20.00
Sala Piamarta via S.Faustino,70


- per condividere l’amarezza, la rabbia e lo sgomento di una sentenza che non ci dà giustizia e piena verità
- per piangere e ricordare chi erano le persone uccise
- per ribadire che la vita di una città è fatta di persone e di legami che sono la nostra memoria individuale e collettiva
- per non dimenticare che la strage di quel 28 maggio 1974 ha cambiato la storia della nostra comunità e del paese
- per continuare a sperare, lavorare e credere che la politica sia fondata sulla libertà delle persone e delle idee, sul rispetto della democrazia, senza violenza.


Saranno proiettati filmati e documenti


TESTIMONIAMO INSIEME

venerdì 19 novembre 2010

CF Gomma - Nuove RSU

si sono svolte nelle giornate del 17 e 18 novembre le elezioni per il rinnovo della RSU in CF Gomma a Passirano, hanno votato 299 dipendenti, pari al 77% degli aventi diritto, la Filctem ha preso 5 delegati con 208 voti, la Uilcem 3 delegati con 74 voti e la Femca 1 delegato con 10 voti. La Uilcem ringrazia la commissione elettorale per il lavoro svolto nei due giorni scorsi e tutti i lavoratori che hanno inteso dare fiducia alla nostra organizzazione ed augura buon lavoro a tutta la nuova RSU.
Daniele Bailo
Uilcem Brescia

domenica 14 novembre 2010

A2A Brescia - PIATTAFORMA CONTRATTAZIONE 2° LIVELLO

Premessa:

La Contrattazione in oggetto, dopo poco più di due anni dall’unificazione societaria di ASM e AEM, avviene in un contesto caratterizzato da una continua evoluzione dello scenario di riferimento: fusioni societarie, processi di riorganizzazione delle attività e delle competenze, aumento del lavoro precario, ricorso sempre maggiore al lavoro in appalto o all’esternalizzazione.

Tutto ciò accade senza la definizione di un Protocollo di Relazioni Industriali di Gruppo, auspicato nell’accordo di fusione firmato successivamente al 21 dicembre 2007. A tutt’oggi quindi sono ancora pienamente validi i Protocolli Territoriali esistenti.
In tale situazione i tavoli negoziali rappresentano la quotidianità e pertanto il rispetto del ruolo ed il confronto con le Rappresentanze Territoriali, che ad oggi ci risulta non esaustivo, deve essere necessariamente una priorità ed un impegno da non disattendere.

Questa piattaforma parte quindi dal riconoscimento e dalla conferma della piena validità degli accordi/verbali aziendali ante-fusione che, a seguito dell’ultima vertenza, l’Azienda aveva assunto quale impegno da rispettare, riconoscendo la specificità territoriale in ambito di interlocuzione e di accordi sindacali.

In considerazione di quanto detto e preso atto di quanto definito in materia dal CCNL Elettrico vi proponiamo di dar corso al Progetto Triennale 2010/2012 come di seguito esplicitato.


Ribadendo quanto affermato in premessa chiediamo:

- La riconferma delle Commissioni: “Mensa”, “Mercato del Lavoro” (oggetto di impegno post-fusione) e “Verifica raggiungimento obiettivi” per il monitoraggio degli obiettivi stabiliti nel “Premio di Risultato” e la verifica dei punti concordati nella presente Contrattazione di 2° Livello.
- La costituzione a livello Aziendale delle Commissioni: “Formazione” e “Salute, Sicurezza e Ambiente” come previsto dal CCNL Elettrico.


Premio di Risultato 2010/2012:

In virtù delle considerazioni espresse in premessa e in previsione della ripresa economica, ferma restando per l’intero triennio la quota economica per ciascun livello, la struttura del progetto, gli obiettivi e il peso in percentuale loro attribuiti, potranno essere oggetto di ridefinizione qualora si prospettasse una situazione tale da rendere non più perseguibili gli obiettivi stessi o la struttura stessa del progetto.
L’importo economico da erogare, prendendo a riferimento la categoria BSS, dovrà essere Euro 2.000,00 al raggiungimento del 100% degli obiettivi, stabilendo fin da ora, che l’importo erogato al personale inquadrato nelle categorie C2, C1 e CS sia identico e corrispondente a quello risultante per la categoria CS.





Istituti sociali:

Su questi istituti l’attenzione e la sensibilità delle parti è da tempo presente e trova la sua riconferma nell’accordo del 30/05/07

Assistenza Sanitaria e Tempo Libero
Ritenendo di particolare importanza gli istituti sociali aziendali derivanti dalla Contrattazione Nazionale, nell’ottica di un loro consolidamento e contemporaneamente la valorizzazione, nel panorama del welfare, delle attività sociali e culturali, avvalorando ciò che abbiamo espresso in premessa, chiediamo la stabilizzazione di quanto previsto economicamente al punto 1 dell’accordo 30/05/07 -incremento a 500 euro anno/procapite per l’assistenza sanitaria integrativa CEAS e di 10 euro anno/procapite per le attività del CRASM-.

Previdenza Complementare
Per le motivazioni espresse in premessa e la valenza sociale che l’istituto riveste, chiediamo la stabilizzazione di quanto previsto al punto 2 dell’accordo 30/05/07 ovvero l’incremento della contribuzione mensile a carico aziendale dall’1,21 all’1,40%.


Conciliazione dei tempi di vita e di lavoro:

Le Politiche di conciliazione tra tempi di vita e tempi di lavoro rivestono nella nostra società un ruolo strategico, non solo in relazione all’ingresso e/o alla permanenza nel mercato del lavoro, alla lotta per le discriminazioni di genere che sul luogo di lavoro le donne ancora vivono, ma soprattutto per le opportunità di sviluppo che offrono.
La normativa presente, con la Legge 125/91 art.2 e Legge 53/2000 art.9, promuove azioni positive finalizzate a rimuovere gli ostacoli che di fatto impediscono la realizzazione di pari opportunità con lo scopo di favorire l'occupazione femminile e di realizzare l'uguaglianza sostanziale tra uomini e donne nel lavoro e fornire uno strumento normativo di riferimento per la conciliazione del tempo tra lavoro e famiglia tale da consentire ai genitori una reale distribuzione dei compiti di cura dei figli attraverso un sistema di tutele molto più ampio di quello previsto dalle precedenti norme.
Pensiamo che un’ulteriore atto concreto possa intervenire nei confronti di quei dipendenti con figli a carico in età prescolare con la possibilità di fruire di permessi retribuiti per l’assistenza in occasione di certificazioni mediche.


Salute:

Con riferimento alla Conferenza Stato/Regioni e sulla base delle intese raggiunte (art. 8 della legge 5 giugno 2003 n. 131, il Governo le Regioni e le Province autonome in materia di Piano Nazionale per la Prevenzione “PNP” convengono di confermare per gli anni 2010/2012 per la completa attuazione del Piano Nazionale della prevenzione, la destinazione di 200 milioni di euro, oltre alle risorse previste dagli accordi per la realizzazione degli obiettivi del Piano Sanitario Nazionale, ai sensi della legge 7 dicembre 1996 n. 66, e successive integrazioni. Tali somme sono finalizzate a sostenere il raggiungimento degli obiettivi del Piano nazionale della prevenzione 2010-2012, lo sviluppo dei sistemi di sorveglianza e l'armonizzazione delle attività di prevenzione negli ambiti territoriali) chiediamo l’estensione delle visite/analisi periodiche (oltre a quelle rivolte alla prevenzione di patologie correlabili a rischi lavorativi specifici) correlabili a quei fattori di rischio legati ad età e genere dei dipendenti con particolare riferimento a quelle previste ai punti 4.2, 4.3 e 4.4 del “PNP”.





Promozione dell’energia rinnovabile:

Le tematiche ambientali stanno acquisendo un valore sempre maggiore grazie a una legislazione più attenta, inoltre, le tecnologie al servizio dell’energia rinnovabile non si limitano soltanto a favorire il rispetto dell’ambiente, attualmente le normative fiscali perseguono anche un vantaggio economico per il committente.
Le aziende del Gruppo A2A da sempre attente e sensibili al tema della sostenibilità energetica e ambientale, si sono fino ad oggi distinte per iniziative e progetti, avvalendosi delle conoscenze professionali interne al Gruppo e dalle esperienze maturate.
Proponiamo quindi di prevedere, su richiesta del dipendente, l’installazione di un impianto fotovoltaico nell’ambito abitativo per cui l’Azienda si faccia carico della progettazione e dell’installazione, ma sia la beneficiaria del “Contributo statale” (rimborso ventennale) previsto per detti impianti.




Le Segreterie Filctem-Cgil Flaei-Cisl Uilcem-Uil e le R.S.U. a2a Brescia


Brescia, 12 novembre 2010

venerdì 12 novembre 2010

Brescia e Milano, gli effetti di una legge pasticciata ed iniqua

Di Guglielmo Loy, Segr. Conf. UIL

Le vicende relative a Brescia e Milano, dove immigrati a cui è stata respinta la domanda di emersione del settembre 2009 ed a rischio di espulsione, stanno ricorrendo a forme estreme di protesta, sono purtroppo il risultato di una maniera iniqua e pasticciata con cui in Italia viene trattato il tema immigrazione.
In effetti la legge 102/2009, che ha promosso l’emersione dal lavoro irregolare di quasi 300 mila colf e badanti, sospendeva i procedimenti penali ed amministrativi di datori di lavoro e lavoratori extra UE che facevano la domanda. L’accettazione della stessa doveva estinguere detti procedimenti.
Illusi da queste norme, migliaia di lavoratori stranieri (anche precedentemente colpiti da decreto di espulsione) hanno trovato un datore di lavoro disponibile a fare la richiesta di emersione, spesso pagando di tasca propria i 500 euro di contributo forfettario previsto (e forse molto di più ai datori di lavoro di comodo) per poi ritrovarsi ad avere la richiesta respinta in quanto già espulsi o perché il datore di lavoro non si presenta a confermare l’assunzione.
Su questa vicenda, sentenze dei Tar si sono espresse in maniera differenziata. Poi, a marzo 2010 la circolare Manganelli ha deciso di escludere dalla regolarizzazione gli immigrati che abbiano subito la doppia espulsione (che prevede di per sé possibili condanne a pene superiori ai tre anni di reclusione). A settembre 2010, infine, il Consiglio di Stato ha sentenziato a favore dell’esclusione.
Noi non vogliamo entrare nel merito di decisioni prese dalla magistratura, anche se consideriamo il pacchetto sicurezza un insieme di norme fortemente discriminatorie nei confronti dei cittadini stranieri.
Quello che critichiamo è soprattutto la maniera pasticciata con cui si adottano provvedimenti confusi, che finiscono per essere contraddetti da norme o sentenze successive, cambiando di fatto le regole del gioco a gioco iniziato.
Nella legge 102/2009, infatti, si dice solo che è escluso dalla procedura di emersione chi ricade nell’ambito dell’art.12 del T.U. sull’immigrazione (scafisti e colpevoli di tratta), non si escludono esplicitamente gli immigrati con doppia espulsione.
Nella confusione delle norme, migliaia di stranieri hanno aderito alla procedura di emersione spendendo migliaia di euro per poi essere beffati. Da qui la loro disperazione di oggi ed il ricorso a forme estreme di protesta.
Come UIL siamo dalla parte della legalità, ma non dell’uso di comodo di norme a rischio discriminatorio o punitivo per chi era già presente in Italia prima dell’entrata in vigore del pacchetto sicurezza.
Oggi la situazione rischia di esplodere e forme di protesta estrema rischiano di moltiplicarsi, in assenza di proposte di soluzione ragionevoli.
Chiediamo dunque al Governo di prendere in mano la situazione e trovare una soluzione per chi è soprattutto una vittima dell’incapacità italiana a governare l’immigrazione.
Troviamo subito una soluzione equa e ragionevole, prima che la disperazione diventi tragedia.

giovedì 4 novembre 2010

immigrati sulla gru - quinto giorno



questa mattina sono andato di persona sotto alla gru dove da sabato sono in protesta 5 immigrati senza permesso di soggiorno. Sono state tentate delle mediazioni per risolvere la questione e far scendere i manifestanti che stanno con la loro azione anche bloccando il cantiere della metropolitana cittadina. Tutte fallite, loro non scendono e chiedono una sanatoria che permetta di ottenere per tutti coloro che non hanno i requisiti il permesso di soggiorno.





http://www.youtube.com/watch?v=UuD-y0htIeA

per saperne di più:

http://dirittipertutti.gnumerica.org/

mercoledì 27 ottobre 2010

la Uilcem in CF Gomma


Ci risiamo! È cominciata la campagna elettorale in CF Gomma per il rinnovo della RSU e si parla subito male ed in modo offensivo della UIL e della Uilcem, in questo caso sul BLOG di Leonardo Baratto.

http://sinistraospi.blogspot.com/2010/10/assemblee-filctemcgil-alla-cf-gomma-per.html

Ma cosa è la campagna acquisti che stiamo facendo? Abbiamo già una lista di candidati e comunque non siamo una squadra di calcio!
Il sindacato dei meridionali? È una offesa? È una discriminazione? Se anche fosse non ci sarebbe nulla di male, ma così non è. La Uilcem parla a tutti ed in CF Gomma, parla di problemi interni e non fa politica. Siamo un sindacato laico, riformista e ci confrontiamo senza bandiere e senza pregiudizi con tutti. Lo spirito è sempre quello di fare l’interesse delle lavoratrici e dei lavoratori al meglio delle nostre capacità, che magari non saranno quelle illimitate di Baratto, ma si fa quello che si può.
Nelle assemblee Uilcem in CF Gomma, abbiamo parlato di fabbrica, di modalità elettorali e di persone che si candidano, senza denigrare nessuno. La Filctem ha scelto di perdere del tempo per parlare male di noi: scarseggiavano gli argomenti?
Abbiamo sempre promosso l’azione condivisa ed unitaria. Questi non sono anni in CF Gomma dove ci possiamo permettere le divisioni sindacali, non vorremmo valesse solo per noi, sappiamo fare da soli, lo abbiamo già fatto in passato.
Un po’ di pepe in “campagna elettorale” è un fatto normale, ma questa si chiama denigrazione di quelli che per voi sono “avversari” o “nemici” e che per noi sono solo la CISL e la CGIL, cioè le altre voci che compongono il pluralismo, il sale della democrazia!

mercoledì 13 ottobre 2010

CIG Totale (anche in deroga) a Brescia, dati settembre 2010

come risulta dalla tabella riepilogativa dei dati di CIG totali e comprensivi della Cassa in deroga quindi delle sospensioni nell'ambito prettamente artigiano, siamo ben ontani dal considerare la crisi superata. A settembre abbiamo raggiunt in provincia le ore di sospensione dello stesso mese dello scorso anno, da notare il differenziale consistente con lo stesso mese del 2008.
Clicca per ingrandire.

CIG Straordinaria a Brescia, dati settembre 2010

Cassa integrazione a Brescia, dati settembre 2010

lunedì 11 ottobre 2010

Manifestazione CISL UIL Roma

sul pulman al ritorno.

Manifestazione CISL UIL Roma

Manifestazione CISL UIL Roma

la piazza è piena!!

manifestazione CISL UIL a Roma

la piazza alle 9.30 vista dalla posizione dove la UIL di Brescia ha attaccato il suo striscione e dalla porta di accesso a fianco della basilica di Santa maria del Popolo



Manifestazione CISL UIL a Roma

Mario e Cesare al punto di ritrovo Uilcem



manifestazione di CISL e UIL a Roma

la Uilcem in piazza già dalle 9 del mattino, Paker al punto di ritrovo

sabato 25 settembre 2010

Meno fisco per il lavoro, più lavoro per l’Italia

La politica del rigore decisa dai vertici dell’Unione europea ed adottata da tutti i Paesi membri ha scongiurato il rischio di un ulteriore indebolimento dell’Euro ed evitato la crisi di fiducia dei mercati internazionali.

Vi è ora l’esigenza di una efficace politica a sostegno dello sviluppo e dell’occupazione condotta in ambito europeo.

Cisl e Uil ritengono, pertanto, necessario che il Governo italiano sostenga tale prospettiva,lavorando per la costruzione di un “Governo europeo” che possa più efficacemente rispondere alle crisi economiche e sociali.

A livello nazionale CISL e UIL chiedono che il governo avvii il confronto con tutte le parti sociali, al fine di sostenere la ripresa economica e lo sviluppo del Paese, attraverso una efficace politica economica.

Una politica fiscale che riduca le tasse, sui pensionati, sulle famiglie e sulle imprese può contribuire in maniera decisiva al rilancio della domanda interna e dei consumi, indispensabile per far tornare a crescere la nostra economia.

In particolare:


• Cisl e Uil chiedono di aumentare le detrazioni da lavoro dipendente e da pensione. Contestualmente, Cisl e Uil ritengono necessaria l’equiparazione della No Tax area per i pensionati con quella dei lavoratori dipendenti.

• Cisl e Uil propongono di diminuire il peso dell’imposta sul reddito delle persone fisiche, attraverso la riduzione delle attuali aliquote, in particolar modo della prima e della terza, portandole rispettivamente al 20% e al 36%.

• Va, inoltre, affrontato il fenomeno dell’incapienza che riguarda coloro che per la scarsità di reddito disponibile non possono pienamente usufruire delle detrazioni fiscali. Un fenomeno che finisce per allargare l’area di disagio sociale in cui versano gli strati più poveri della popolazione, a cominciare dai pensionati. A giudizio di Cisl e Uil questo problema può essere utilmente affrontato mediante l’introduzione di forme di imposta negativa.

• Cisl e Uil ritengono necessario introdurre anche un meccanismo di adeguamento automatico collegato all’IPCA che neutralizzi l’operare del fiscal drag per gli anni a venire, impedendo ulteriori surrettizi aumenti d’imposizione.

• CISL e UIL, dopo la positiva introduzione in modo strutturale del regime fiscale agevolato sul Salario di Produttività, chiedono di migliorare l’attuale meccanismo confermando l’aliquota di vantaggio al 10%, ampliando la soglia di reddito al di sotto del quale si applica l’agevolazione ed estendendo il beneficio anche al settore pubblico.

• CISL e UIL chiedono di rafforzare gli strumenti di sostegno alla famiglia, migliorando e semplificando l’attuale sistema delle detrazioni e degli assegni al nucleo familiare. E’ altresì indispensabile ampliare la tutela della non-autosufficienza, sviluppando servizi di sostegno efficienti e capillari, e valorizzando il lavoro di cura svolto all’interno della famiglia, anche per superare le numerose situazioni di irregolarità previdenziale esistenti in questo settore. Al tempo stesso va alleviato il disagio sociale nel quale versano le famiglie colpite da situazioni di non autosufficienza, anche attraverso forme di sostegno che valorizzino il lavoro di cura svolto dai familiari di persone colpite da situazioni di non autosufficienza.

• CISL e UIL considerano la lotta all’evasione fiscale la priorità nazionale. Le misure introdotte nella recente manovra finanziaria (ampliamento della tracciabilità e redditometro) vanno nella direzione giusta. Bisogna continuare a rafforzare la strumentazione per l’azione di contrasto, anche migliorando l’incrocio delle banche dati tra le varie amministrazioni e introducendo più efficaci meccanismi di contrasto di interesse fra venditori e compratori

• L’aliquota fiscale sulle rendite finanziarie è oggi fissata ad un livello molto basso (12,5%), rispetto ai principali paesi dell’Unione europea. CISL e UIL chiedono l’innalzamento dell’imposta sostitutiva sulle rendite finanziarie al 20%, con l’esclusione dei soli Titoli di Stato, cosi come l’abbassamento allo stesso livello dell’aliquota sugli interessi dei depositi bancari (oggi fissata al 27%), tradizionale fonte di risparmio per i meno abbienti

• L’obiettivo di riduzione del prelievo sulle imprese può essere funzionale a rafforzare la competitività, anche in vista della ripresa della domanda estera. Per Cisl e Uil la riduzione del prelievo fiscale sulle imprese deve però essere ancorato all’innovazione tecnologica ed organizzativa e all’incremento qualitativo e quantitativo dell’occupazione, promuovendo, anche per tale via, il miglioramento del nostro sistema produttivo

• CISL e UIL chiedono che venga rafforzato lo strumento dello Statuto del Contribuente mediante l’elevazione a rango costituzionale dei suoi princìpi fondamentali.

• Il tentativo di ridurre i costi della politica, con la recente manovra correttiva di finanza pubblica, rappresenta un primo ma significativo passo che va nella direzione da tempo indicata da CISL e UIL che risponde anche ad una logica di equità, a fronte dei bassi redditi percepiti da lavoratori e pensionati.

• I cosiddetti costi della politica sono, infatti, cresciuti nell’ultimo decennio del 40%, ad un ritmo, dunque, doppio degli aumenti delle buste paga.

• Nell’ottica del contenimento della spesa pubblica e del necessario processo di risanamento finanziario, la politica non può non dare il buon esempio

• E’ pertanto indispensabile, oltrechè urgente, che il Parlamento e il Governo affrontino con coraggio i nodi più generali dello snellimento degli apparati burocratici e della duplicazione degli Enti e delle loro funzioni.

• Occorre anche evitare il rischio che il federalismo fiscale possa determinare una ulteriore proliferazione dei livelli istituzionali, un appesantimento delle strutture burocratiche o nuove complicazioni amministrative con oneri aggiuntivi per i cittadini.

• Proprio in occasione del processo di attuazione del federalismo fiscale, Cisl e Uil auspicano una revisione complessiva dell’assetto centrale e decentrato dello Stato con l’abolizione e il radicale dimagrimento di tutti gli enti inutili o senza funzioni chiare e proprie: si può e si deve iniziare dalla razionalizzazione di alcune funzioni non essenziali svolte dalle province.

• CISL e UIL chiedono che il Federalismo Fiscale concorra a ridurre gli attuali squilibri territoriali presenti nel paese e non comporti alcun aumento della pressione fiscale. Questo processo deve contribuire a garantire più trasparenza e una migliore responsabilizzazione nella gestione delle politiche di bilancio, a livello centrale e periferico. Il fisco federale deve conciliare sia il rapporto tra potere di spesa e responsabilità del prelievo fiscale, sia le forme imprescindibili ed indispensabili di perequazione tra le diverse aree territoriali del paese. Anche per questo vanno rafforzati gli attuali sistemi di controllo della spesa pubblica, con meccanismi di premialità per gli enti virtuosi nella gestione economica e finanziaria. Una attenta definizione dei livelli standard dei costi dei servizi rappresenta uno strumento fondamentale per combattere il malgoverno e la burocrazia e per rinnovare le filiere di spesa degli enti locali.

• Per CISL e UIL occorre evitare che il federalismo fiscale comporti maggiori costi che inevitabilmente si scaricherebbero in aumenti della pressione fiscale sui redditi da lavoro dipendente e pensione. E’ necessario che anche per la fiscalità locale sia previsto il principio della flessibilità e manovrabilità dei tributi per permettere interventi a favore di chi vive con redditi fissi.

martedì 21 settembre 2010

Cotonificio Ferrari c'è l'accordo «scaccia-paura»

Intesa sindacale per il passaggio alla H.S.G.
Conferma per 72 dei 159 addetti ammortizzatori sociali per 35 vicini alla pensione; prospettive per altri alle prese con la Cigs

Alla fine l'accordo è arrivato. I sindacati di categoria hanno detto sì al passaggio del Cotonificio Roberto Ferrari di Adro (gruppo Lineapiù in amministrazione straordinaria) alla H.S.G. di Chiari dell'imprenditore Gianbattista Penna. L'intesa, tessuta in questi mesi dal commissario straordinario, Giovanni Grazzini, prevede la conferma di 72 dei 159 dipendenti (di cui 4 part-time), ammortizzatori sociali per 35 lavoratori vicini alla pensione e la riassunzione, nei prossimi 2 anni in caso di necessità produttive, di altri 15 ex dipendenti tra il resto della forza lavoro che sarà interessata dalla Cigs. Garantito anche il mantenimento dei superminimi collettivi e individuali (punto ampiamente discusso dalle parti).
I SINDACATI hanno chiesto e ottenuto anche l'apertura - a un anno dal subentro della nuova società - di un tavolo istituzionale che coinvolga la prefettura per verificare il percorso individuato per gli operai non coinvolti nel progetto di rilancio. Stabiliti anche i primi criteri per le assunzioni: tuteleranno le famiglie nel caso entrambi i coniugi siano occupati in fabbrica (almeno uno dei due manterrà il posto) e altri casi particolari. Soluzioni individuate nel lungo incontro tenuto negli uffici della storica azienda franciacortina, mentre oltre cento dipendenti nel piazzale hanno atteso con ansia di conoscere l'esito del confronto. Un'intesa in un certo senso «sollecitata» dalle maestranze, considerate le 128 firme raccolte a favore dell'impianto emerso dalla trattativa sindacale e già accettato dalla Femca Cisl, ma non ancora dalla Filtem-Cgil e Uilta-Uil; l'accordo per essere valido necessitava dell'unanimità dei lavoratori della firma di tutte le organizzazioni di categoria.
IL LUNGO pomeriggio, comunque, non è iniziato nel migliore dei modi, con il via alla trattativa slittata di mezzora, alle 13.30, per un ritardo della Uilta. Inizialmente è sembrata in salita, dopodichè - alle 15,45 - dagli uffici è uscito di corsa, e sorridente, il commissario Grazzini (in partenza per Milano, atteso da un altro impegno) annunciando che l'accordo «è fatto». Sono servite altre due ore, comunque, prima di vedere tutti i rappresentanti sindacali (non il nuovo acquirente) sul piazzale per illustrare i contenuti agli addetti: «Abbiamo raggiunto la condivisione su un testo che vede importanti miglioramenti e maggiori garanzie - ha spiegato a nome dei sindacati Francesco Saottini della Femca -, anche se materialmente non verrà firmato entro sera. L'imprenditore sceso in campo si è impegnato a richiamare chi non sarà riassunto qualora emergessero picchi di lavoro: resteranno in azienda fino a 4 mesi dopodichè, in caso di altre necessità, non potrà attuare un turn-over ma dovrà assumerli a tempo indeterminato». Dalla nuova proprietà anche la disponibilità, a un anno dall'inizio della Cigs, per una verifica puntuale della situazione con le istituzioni. Saottini ha ammesso che si è sfiorata la rottura sulla questione dei superminimi collettivi (per un operaio valgono 108 euro al mese su una retribuzione di 1.070 euro), ma anche su quelli individuali (per H.S.G. significano 100mila euro in più l'anno alla voce stipendi). Per gli addetti ora rimane il rebus riassunzioni, visto che il criterio cardine è quello «delle esigenze tecnico-organizzative dell'imprenditore».
PER LAURA Tonoli (Filtcem Cgil) «sono stati compiuti passi importanti, anche sul fronte delle clausole previste per verificare la condizione di quanti saranno interessati dalla Cassa straordinaria. Il nostro obiettivo - ha aggiunto - non era di far fallire l'azienda, ma di migliorare il più possibile l'accordo». Anche per Daniele Bailo (Uil) il braccio di ferro con la proprietà e il commissario «è comunque servito a condizionare e migliorare la trattativa. È stata rimossa la pregiudiziale sui part-time, c'è una salvaguardia maggiore per gli addetti in Cigs, è significativa la novità sulla verifica istituzionale». Soddisfatto anche il commissario, Giovanni Grazzini, assistito nella partita dall'avvocato Guido Amato: «Quel che mi premeva era di salvare questa azienda. E l'obiettivo è stato raggiunto - ha detto -. Devo ringraziare anche i sindacati, che hanno dimostrato responsabilità. Mi è stato anche chiesto di restare come amministratore. Non mi era mai successo».
LA STRAGRANDE maggioranza dei dipendenti preferiva l'accordo rispetto all'arrivo al capolinea dell'azienda prospettato dalla procedura in caso di mancata firma dei sindacati. «Sono convinto che ogni soluzione fosse preferibile al fallimento», ha commentato Luca Gandini, caporeparto al filatoio. Sperava nella firma anche Alessandra Goffi (24 anni al Cotonificio, ora al laboratorio qualità) che con le colleghe ha ideato l'iniziativa della raccolta firme: «Si è scelto il male minore: 72 persone potranno lavorare ancora. E questa fabbrica lo merita, fa prodotti di qualità, dai fiammati al misto lana difficile da trovare in Cina». Soddisfatte anche le Rsu della Uilta (le uniche inizialmente non in linea) Stefania Del Barba e Nadia Roberta Goffi: «Abbiamo ottenuto la maggior parte di quello che chiedevamo, compresa l'importante conferma dei superminimi».

Pietro Gorlani - Bresciaoggi

lunedì 13 settembre 2010

Consiglio comunale di Brescia


una delegazione di lavoratori Ideal Standard oggi in consiglio comunale ad assistere alla interpellanza sullo stato del progetto della piattaforma logistica, domani atteso incontro istituzionale in provincia

mercoledì 8 settembre 2010

lunedì 19 luglio 2010

Comunicato Stampa IDEAL STANDARD

Si sarà tenuto oggi, come era previsto, l’incontro tecnico in provincia per la piattaforma logistica di Ideal Standard alla piccola di via Dalmazia?
Il punto di domanda è d’obbligo.
Non è intervenuta nessuna convocazione del tavolo istituzionale che ne governa l’attuazione secondo gli impegni in sede ministeriale assunti nel novembre 2009.
Il sindacato ed i lavoratori, sono fortemente preoccupati del tempo che sta passando senza che ai proclami segua un impegno concreto e sottoscritto, tra le parti interessate.
Avevamo chiesto di essere auditori al tavolo tecnico per capire quali sono, se ci sono, i nodi che impediscono il contratto con ferrovie logistica da parte di Ideal standard. Non ci è stato concesso.
Lo vogliamo ribadire con forza ancora una volta: noi abbiamo ottemperato a tutti gli impegni che come sindacato e lavoratori ci siamo presi in tutte le sedi nel corso di questa vertenza, ci aspettiamo che ora l’azienda e tutti i soggetti istituzionali interessati facciano altrettanto.
Noi vogliamo la piattaforma logistica di Ideal Standard allocata in via Dalmazia nell’area di ferrovie logistica e non accettiamo nessuna altra mediazione. Il tempo sta scadendo, le ferrovie vogliono cantierizzare l’area entro la fine dell’anno, e noi vogliamo la copia del contratto tra Ideal Standard e ferrovie, prima che comincino i lavori, se non sarà così, impediremo con tutti i mezzi che abbiamo a disposizione che la chiusura dello stabilimento di Brescia si trasformi in una pura operazione economica e speculativa al solo vantaggio della multinazionale ed al solo danno dei lavoratori e della storia industriale di questa città.
Lo sviluppo della logistica integrata in un polo in via di riqualificazione è stata ed è la nostra visione, lo stesso Ministero dello Sviluppo Economico, promotore di questa oportunità, afferma di crederci. Cosa si sta aspettando? Cosa sta fermando un investimento che non pare aver ostacoli?

Brescia 16 luglio 2010


Filctem – Femca – Uilcem territoriali
RSU Ideal Standard Brescia

dopo questo comunicato, il giorno dopo sui giornali abbiamo appreso di un tavolo tecnico coordinato dall'assesore Ghirardelli, soddisfatto del suo esito.
Il punto resta un'altro: è comprensibile che servano tempi tecnici per affrontare tutti i nodi dell'accordo di programma per la riqualificazione del polo logistico di Via Dalmazia, molto meno comprensibile è lo slittamento dei tempi "politici" di trasformazione degli impegni in atti concreti.
Noi abbiamo bisogno di questi ultimi per poter dire che la strada non è tracciata, è percorsa.

lunedì 21 giugno 2010

mercoledì 16 giugno 2010

Manovra economica

IL PARLAMENTO DEVE CAMBIARE LA MANOVRA ECONOMICA. BASTA INIQUITA’


Come UIL di Brescia riteniamo necessario nell’interesse del mondo del lavoro, come avviene in altri paesi europei, intervenire a difesa della stabilità dell’euro e del sistema Europa, attraverso la riduzione del deficit pubblico del nostro Paese.
In particolare condividiamo l’azione economica rivolta alla qualificazione della spesa pubblica (costi della politica non sopportabili e lotta agli sprechi, inefficienze e clientele nella pubblica amministrazione). Così come è necessario concretizzare, con maggiore incisività rispetto al passato, politiche per contrastare l’evasione e l’elusione fiscale e contributiva.
Questo deve avvenire senza ostacolare lo sviluppo del Paese per realizzare la crescita economica e per uscire dalla crisi occupazionale e sociale che stiamo vivendo.
Sono pertanto necessarie oltre alle iniziative per ridurre il deficit (che devono essere eque e sostenibili), riforme strutturali per far ripartire il Paese, a partire dal federalismo fiscale accompagnato da senso di responsabilità e coesione sociale, anche attraverso l’utilizzazione del criterio della spesa standard per finanziare il bilancio pubblico.
Come UIL di Brescia riteniamo inaccettabili, così come definiti dal Governo, i provvedimenti che intervengono sul pubblico impiego, con il congelamento per tre anni della contrattazione, il blocco indiscriminato del turn-over e dei percorsi di carriera già contrattati nella scuola.
I lavoratori pubblici non possono essere chiamati sull’altare sacrificale delle inefficienze dello Stato e del malgoverno pubblico. Così come siamo fermamente contrari a interventi sulle pensioni private e pubbliche che mettano in discussione le pensioni contributive legate ai 40 anni di lavoro e dei lavoratori in mobilità, e allungano i tempi per le pensioni di vecchiaia. Esprimiamo inoltre grande preoccupazione sulle decisioni di ridurre il trasferimento delle risorse alle regioni e agli enti locali con il pericolo concreto di interventi al ribasso sul welfare locale che pesano maggiormente per le amministrazioni virtuose.
Come UIL di Brescia condividiamo l’idea di non aumentare la pressione fiscale a chi le tasse già le paga (in particolare lavoratori e pensionati).
E’ necessario però agire fiscalmente sui grandi margini di rendita che esistono in alcuni settori (banche, assicurazioni, grandi patrimoni e rendite finanziare speculative).
Come UIL contestiamo queste parti della manovra economica ed insieme alle categorie stiamo assumendo iniziative verso il Parlamento e nella società civile, proponendo azioni alternative per modificarne gli aspetti di iniquità e per riportare la contrattazione al centro della necessaria riforma del sistema pubblico.
Il sindacato ed i lavoratori non si sottraggono alla loro parte di responsabilità, ma in un quadro di interventi che abbiano come presupposto la solidarietà e il lavoro, la coesione sociale e la tutela dei più deboli. E’ necessario realizzare un percorso che, come dice il Presidente Napolitano, veda il coinvolgimento e la partecipazione di tutte le forze sociali verso il cambiamento socio economico del Paese per realizzare la crescita economica, buona occupazione e tenuta del potere d’acquisto di salari e pensioni, dando fiducia nel futuro alle nuove generazioni.

La Segreteria UIL Brescia

mercoledì 9 giugno 2010

lettera ai giornali di risposta a Zuccoli (A2A)

Egr. direttore, leggiamo con amarezza le recenti dichiarazioni dell'ing. Zuccoli, Presidente di A2A, che indica come unica responsabile dell'indebitamento del GruppoA2A la precedente gestione Asm.
Riteniamo che il valore di un'azienda dipenda dalle persone che ci lavorano almeno quanto dalla capacità imprenditoriale dei manager, pertanto in quanto rappresentanti dei lavoratori A2A sede di Brescia ci riteniamo sbalorditi dalle dichiarazioni del presidente del Consiglio di Gestione.
A noi risulta, consultando il sito ufficiale A2A al 30 giugno 2007, che l'indebitamento finanziario netto del Gruppo Aem era di 4.256 milioni di euro, contro gli 873 milioni del Gruppo Asm. Alla stessa data il totale delle passività di Aem era di 8.896 milioni di euro, contro i 1.971milioni di Asm. Il debito del Gruppo A2A al 31/12/2009 era di 4.694 milioni di euro.
Inoltre è in corso di cessione, per fare cassa, la società Retrasm, proprietaria delle strategiche linee di alta tensione, quelle che permisero a Brescia di gestire al meglio il black-out nazionale di qualche anno fa.
Il presidente Zuccoli strumentalizza il fermo delle centrali bresciane di Gissi e Scandale, dimenticandosi che la crisi della domanda energetica è globale.
L'Asm si è sempre caratterizzata per la sua oculata lungimiranza strategica negli investimenti che l'ha portata a primeggiare tra le ex-municipalizzate consentendole anche l'acquisizione di una quota importante di Endesa Italia. Ci stupisce quindi che il management, che allora prese le decisioni e la classe politica tutta, che tanto invoca la difesa della «brescianità», non spenda una parola per ristabilire la verità sul millantato «buco» di Asm, restituendo la dovuta dignità all'azienda dei bresciani e ai lavoratori e pensionati che contribuiscono o hanno contribuito grandemente ai suoi indiscutibili risultati.

Le segreterie territoriali e i delegati sindacali A2A Brescia Flaei-Cisl e Uilcem-Uil

lunedì 31 maggio 2010

Ideal Standard

COMUNICATO STAMPA



Oggi 31/05/2010 presso lo stabilimento dell’Ideal Standard Industriale srl di Brescia di è riunita la R.S.U. alla presenza delle segreterie territoriali di categoria e hanno fatto il punto della situazione in relazione alla vertenza dell’Azienda.

Ad oggi i lavoratori ancora in forza all’ideal standard di Brescia sono 69 a fronte di uscite volontarie pari a 50 dipendenti frutto dell’applicazione di una parte dell’accordo nazionale mentre sulla restante applicazione dell’accordo registriamo in modo preoccupato il silenzio di questi mesi delle istituzioni e dell’azienda in riferimento al progetto di realizzazione del sito logistico presso “la Piccola” .

Questi ritardi a nostro giudizio mettono in pericolo l’attuazione del progetto stesso e mettono a rischio la ricollocazione dei lavoratori secondo le modalità previste dall’accordo stesso.

La firma del protocollo che aveva di fatto chiuso la vertenza dopo mesi di presidio e occupazione dello stabilimento di Brescia prevedeva come unica soluzione la ricollocazione del personale presso la nuova piattaforma logistica da realizzarsi in zona Piccola.

Richiediamo immediatamente la ripresa del tavolo istituzionale locale nel quale ci attendiamo risposte definitive sia a riguardo del progetto sia a riguardo dei tempi di realizzazione. Fin da ora ci riserviamo in assenza di risposte soddisfacenti di intraprendere iniziative collettive con i lavoratori a tutela degli interessi degli stessi riproponendo forme di lotta già sperimentate durante il presidio.

R.S.U. Ideal Standard
FILCTEM – FEMCA - UILCEM

domenica 30 maggio 2010


giovedì 20 maggio 2010

mercoledì 5 maggio 2010

Intervento al convegno: Donne e migrazioni

Donne Migranti


Affermarsi in una società come lavoratrice, madre e compagna vuol dire sapere conciliare i propri spazi con la propria funzione.
Se ancora oggi le donne italiane s’interrogano sullo stato di attuazione delle pari-opportunità, per le donne immigrate il compito è molto più difficile.
Lasciare il proprio paese e gli affetti è doloroso per cui l’emigrazione diventa è per le donne immigrate l’unico mezzo per poter realizzare i progetti, che non possono essere portati a compimento nei paese d’origine, per il ricongiungimento familiare o semplicemente per sopravvivere
Munite di tanti progetti e speranze arrivano in occidente dove la loro collocazione è sicuramente nell’ambito del lavoro domestico. Sembra un destino. Quali che siano i loro livelli di istruzione, le esperienze professionali pregresse, le competenze, le capacità e le aspirazioni, la società italiana stenta ad offrire alle donne immigrate occupazioni diverse da quelle di collaboratrice familiare.
I loro bagagli di esperienze , titolo di studio, competenze e saperi diventano poco spendibili e tutto va conservato in un posto che non ingombri aspettando un’occasione o gente di buona volontà che grazie all’erogazione dei finanziamenti del fondo sociale europeo può aiutarle a riprogettare il loro futuro professionale e sociale, a diventare per esempio imprenditrice ( cooperative di pulizie o di assistenza agli anziani )
Senza alcun dubbio, il lavoro domestico e di cura , soprattutto se fisso genera reddito, aiuta a vivere e a concretizzare certi progetti. Questi lavori rappresentano una necessità e allo stesso tempo una grande risorsa del sistema pensionistico dei paese di destinazione e garantiscono, attraverso rimesse, un aiuto allo sviluppo delle società di origine. Ma il costo è sicuramente elevatissimo. Lavorare fisso presso una famiglia comporta delle privazioni: scarsa disponibilità di privacy e tempo libero, andando così a ledere la sfera personale, psicologica ed emotiva; spesso si passa da un ruolo attivo, riconosciuto, propulsore nella propria famiglia, a un ruolo di subordinazione, che implica automaticamente la negazione di una parte di sé.

Sempre più numerose, si incontrano per strada o alla fermata dell’autobus da sole o a piccoli gruppi; a volte si vedono sedute insieme, in tante, sulle panchine di un giardino pubblico, assorte, in attesa di chissà cosa; per lo più vivono nelle case dove lavorano, crescono i figli e li accompagnano a scuola, cucinano e accudiscono gli anziani. Senza di loro, quello che viene definito come “strategie di conciliazione” tra i molti lavori fuori e il disbrigo delle faccende domestiche, per molte delle donne non sarebbe possibile, o comunque diventerebbe molto più faticoso da gestire. Eppure non sono conosciute veramente. Ci sono luoghi dove ascoltarle? Di cosa parlare con loro?
L’opinione pubblica attribuisce alle donne immigrate gli concetti di visibilità estrema ( prostituta) o di invisibilità totale (serva) , con tutta la carica negativa che viene data a queste categorie rendendo cosi il percorso di emancipazione difficile e complesso, tanto più che quell’immagine tende a prevalere sia al livello istituzionale che in quello dei rapporti personali. Sono evidenti le difficoltà di chi individualmente vuole emergere e mettere a frutto i propri studi e competenze per rendersi visibili in una invisibilità preconcetta, in una realtà in veloce cambiamento, dove si vede donne migranti a capo di famiglie, apportatrici di reddito, impegnate a costruire realtà imprenditoriali. Contro la visione stereotipata, le donne straniere titolari di imprese rappresentano il 17% di tutti i titolari di impresa e sono anche lavoratrici attive nei bar e ristoranti etnici, negli alberghi e nel ramo estetico. Inoltre è ricomparsa, nell’ambito di cura retribuito la donna italiana di mezza età espulsa dal mercato del lavoro industriale.
Entrare nel cuore di progetti migratori significa conoscere la realtà delle donne immigrate. I progetti migratori, da temporanei tendono a diventare di lunga durata. In questo caso cambia notevolmente l’interazione tra l’immigrato e il contesto sociale in cui è inserito, cambiano anche le politiche che bisogna dispiegare. Effettivamente quando si tratta non più solo di immigrazione temporanea e solo legata al lavoro, ma di nuclei familiari, entrano in scena nuovi soggetti sociali che condivideranno non soltanto l’ambiente di lavoro, ma anche quello di vita, la scuola dei figli, l’utilizzo dei servizi sociali e delle strutture sanitarie. Compaiono nuovi bisogni e nuove richieste, e si crea una maggiore interazione con il contesto, con il sistema delle risorse e dei servizi. Però bisogna tenere presente che con l’aumento dell’ immigrazione stabile o definitiva nascono anche i primi conflitti di identità, le prime reazioni da parte della società ospitante, i primi veri problemi di stabilità e di mutamento, di inserimento e comunicazione tra culture diverse.
Sicuramente la donna appare come l’interlocutore principale all’interno della società di accoglienza. Riveste un ruolo di mediazione, sapiente e istintiva, maturata con l’esperienza che andrebbe valorizzato e salvaguardato anche contro qualsiasi pregiudizio. Attraverso loro si giocherà la riuscita di un integrazione tra culture. La donna immigrata dovrebbe prendere l’impegno di occuparsi della propria salute, superando ogni sorta di condizionamento culturale legato al paese d’origine, superando le discriminazioni e le paure, utilizzando il diritto riconosciuto alla salute dalla costituzione Italiana. La mancanza di tale impegno crea una serie di problematiche, come il non corretto iter terapeutico assistenziale durante una gravidanza, il ricorso all’aborto come metodo di contraccezione. E’ imperativo entrare nell’ottica della prevenzione: fare il pap-test o altri esami anche di routine. Riconoscere il proprio diritto ad essere assistita con la stessa attenzione di una qualsiasi altra paziente, per superare le superficialità discriminanti nell’ambito dei trattamenti sanitari. E’ altrettanto importante permettere ad una donna musulmana di scegliere un medico donna.
Associarsi tra donne immigrate e donne italiane per intraprendere una strada comune, parte da l’esperienza di essere donne in ogni società e di dovere sempre lottare, sicuramente con strumenti diversi per l’approvazione dei propri diritti e di partecipazione piena in tutti i campi della società. Valorizzare esperienze che hanno in comune non le fa tuttavia uguali. Non hanno gli stessi diritti né le stesse opportunità, anche le priorità e le prospettive sono diverse. Dobbiamo solo noi donne di qualunque sia la nostra provenienza lavorare insieme in modo proficuo riconoscendo le disparità sociale e economiche, però riscattando i valori come altruismo, la solidarietà, il bene comune, la condivisione e l’umanità per la costruzione di un mondo migliore per il futuro dei nostri figli.
Felicite Ngo Tonye

domenica 2 maggio 2010







domenica 25 aprile 2010

1 maggio

giovedì 22 aprile 2010

contratto elettrico

APPROVATA L'INTESA PER IL RINNOVO DEL CONTRATTO ELETTRICO. ORA LA FIRMA DEFINITIVA
E LA SUA CONCRETA ATTUAZIONE

Le centinaia di assemblee svolte fra le lavoratrici e i lavoratori del settore hanno approvato,a larghissima maggioranza ( 90,1 %), l'ipotesi di accordo, siglata lo scorso 5 marzo 2010, confermando così la valutazione positiva espressa dalla delegazione trattante.
È un risultato positivo che valorizza il lavoro svolto nella lunga trattativa e che ora impegna le parti alla sua puntuale applicazione, a partire dagli impegni assunti sul funzionamento dell'Osservatorio di settore, sulla reiterazione dell'avviso comune al ministero per lo Sviluppo Economico per l’istituzione della “cabina di regia”, sugli organismi bilaterali per formazione e sicurezza/ambiente , sul confronto per la nuova regolamentazione del diritto di sciopero e sul nuovo sistema classificatorio.
Nelle assemblee i lavoratori hanno manifestato molte difficoltà, derivanti sia dalla
situazione generale del Paese: crisi, precarietà, occupazione, fisco, pensioni, ma anche dell’evoluzione del settore, con particolare riferimento ai continui processi di riorganizzazione, esternalizzazione, scorpori e fusioni che interessano tutte le aziende elettriche.
Condividendo le preoccupazioni espresse dai lavoratori, riteniamo necessario e doveroso impegnarci per sviluppare l'iniziativa sindacale, tanto al centro che sul territorio e nelle aziende, per renderla più efficace, a partire dalla contrattazione aziendale e di secondo livello che, in continuità con il passato, vogliamo ulteriormente valorizzare.
Con questo spirito, ci accingiamo alla firma definitiva del contratto, sapendo che
rappresenta una tappa importante della nostra azione sindacale, sia pur non esaustiva, che tuttavia ci chiama ad un maggiore impegno e determinazione nella tutela del lavoro e della sua dignità per migliaia di lavoratori elettrici italiani.

LE SEGRETERIE NAZIONALI
FILCTEM-CGIL, FLAEI- CISL, UILCEM-UIL

domenica 11 aprile 2010

Convegno Arbitrato



si è svolto, venerdì 9 aprile a Milano, un convegno organizzato dalla UIL Lombardia, sul tema dell'arbitrato. Il tema di attualità nel dibattito sindacale, si è reso ancor più interessante dopo il rinvio alle camere da parte del Presidente della repubblica Napolitano. Rendo disponibile i due interventi principali al convegno del professor Ichino, giuslavorista e di Giuliano Cazzola, parlamentare e relatore del collegato al lavoro in oggetto.




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