sabato 25 settembre 2010

Meno fisco per il lavoro, più lavoro per l’Italia

La politica del rigore decisa dai vertici dell’Unione europea ed adottata da tutti i Paesi membri ha scongiurato il rischio di un ulteriore indebolimento dell’Euro ed evitato la crisi di fiducia dei mercati internazionali.

Vi è ora l’esigenza di una efficace politica a sostegno dello sviluppo e dell’occupazione condotta in ambito europeo.

Cisl e Uil ritengono, pertanto, necessario che il Governo italiano sostenga tale prospettiva,lavorando per la costruzione di un “Governo europeo” che possa più efficacemente rispondere alle crisi economiche e sociali.

A livello nazionale CISL e UIL chiedono che il governo avvii il confronto con tutte le parti sociali, al fine di sostenere la ripresa economica e lo sviluppo del Paese, attraverso una efficace politica economica.

Una politica fiscale che riduca le tasse, sui pensionati, sulle famiglie e sulle imprese può contribuire in maniera decisiva al rilancio della domanda interna e dei consumi, indispensabile per far tornare a crescere la nostra economia.

In particolare:


• Cisl e Uil chiedono di aumentare le detrazioni da lavoro dipendente e da pensione. Contestualmente, Cisl e Uil ritengono necessaria l’equiparazione della No Tax area per i pensionati con quella dei lavoratori dipendenti.

• Cisl e Uil propongono di diminuire il peso dell’imposta sul reddito delle persone fisiche, attraverso la riduzione delle attuali aliquote, in particolar modo della prima e della terza, portandole rispettivamente al 20% e al 36%.

• Va, inoltre, affrontato il fenomeno dell’incapienza che riguarda coloro che per la scarsità di reddito disponibile non possono pienamente usufruire delle detrazioni fiscali. Un fenomeno che finisce per allargare l’area di disagio sociale in cui versano gli strati più poveri della popolazione, a cominciare dai pensionati. A giudizio di Cisl e Uil questo problema può essere utilmente affrontato mediante l’introduzione di forme di imposta negativa.

• Cisl e Uil ritengono necessario introdurre anche un meccanismo di adeguamento automatico collegato all’IPCA che neutralizzi l’operare del fiscal drag per gli anni a venire, impedendo ulteriori surrettizi aumenti d’imposizione.

• CISL e UIL, dopo la positiva introduzione in modo strutturale del regime fiscale agevolato sul Salario di Produttività, chiedono di migliorare l’attuale meccanismo confermando l’aliquota di vantaggio al 10%, ampliando la soglia di reddito al di sotto del quale si applica l’agevolazione ed estendendo il beneficio anche al settore pubblico.

• CISL e UIL chiedono di rafforzare gli strumenti di sostegno alla famiglia, migliorando e semplificando l’attuale sistema delle detrazioni e degli assegni al nucleo familiare. E’ altresì indispensabile ampliare la tutela della non-autosufficienza, sviluppando servizi di sostegno efficienti e capillari, e valorizzando il lavoro di cura svolto all’interno della famiglia, anche per superare le numerose situazioni di irregolarità previdenziale esistenti in questo settore. Al tempo stesso va alleviato il disagio sociale nel quale versano le famiglie colpite da situazioni di non autosufficienza, anche attraverso forme di sostegno che valorizzino il lavoro di cura svolto dai familiari di persone colpite da situazioni di non autosufficienza.

• CISL e UIL considerano la lotta all’evasione fiscale la priorità nazionale. Le misure introdotte nella recente manovra finanziaria (ampliamento della tracciabilità e redditometro) vanno nella direzione giusta. Bisogna continuare a rafforzare la strumentazione per l’azione di contrasto, anche migliorando l’incrocio delle banche dati tra le varie amministrazioni e introducendo più efficaci meccanismi di contrasto di interesse fra venditori e compratori

• L’aliquota fiscale sulle rendite finanziarie è oggi fissata ad un livello molto basso (12,5%), rispetto ai principali paesi dell’Unione europea. CISL e UIL chiedono l’innalzamento dell’imposta sostitutiva sulle rendite finanziarie al 20%, con l’esclusione dei soli Titoli di Stato, cosi come l’abbassamento allo stesso livello dell’aliquota sugli interessi dei depositi bancari (oggi fissata al 27%), tradizionale fonte di risparmio per i meno abbienti

• L’obiettivo di riduzione del prelievo sulle imprese può essere funzionale a rafforzare la competitività, anche in vista della ripresa della domanda estera. Per Cisl e Uil la riduzione del prelievo fiscale sulle imprese deve però essere ancorato all’innovazione tecnologica ed organizzativa e all’incremento qualitativo e quantitativo dell’occupazione, promuovendo, anche per tale via, il miglioramento del nostro sistema produttivo

• CISL e UIL chiedono che venga rafforzato lo strumento dello Statuto del Contribuente mediante l’elevazione a rango costituzionale dei suoi princìpi fondamentali.

• Il tentativo di ridurre i costi della politica, con la recente manovra correttiva di finanza pubblica, rappresenta un primo ma significativo passo che va nella direzione da tempo indicata da CISL e UIL che risponde anche ad una logica di equità, a fronte dei bassi redditi percepiti da lavoratori e pensionati.

• I cosiddetti costi della politica sono, infatti, cresciuti nell’ultimo decennio del 40%, ad un ritmo, dunque, doppio degli aumenti delle buste paga.

• Nell’ottica del contenimento della spesa pubblica e del necessario processo di risanamento finanziario, la politica non può non dare il buon esempio

• E’ pertanto indispensabile, oltrechè urgente, che il Parlamento e il Governo affrontino con coraggio i nodi più generali dello snellimento degli apparati burocratici e della duplicazione degli Enti e delle loro funzioni.

• Occorre anche evitare il rischio che il federalismo fiscale possa determinare una ulteriore proliferazione dei livelli istituzionali, un appesantimento delle strutture burocratiche o nuove complicazioni amministrative con oneri aggiuntivi per i cittadini.

• Proprio in occasione del processo di attuazione del federalismo fiscale, Cisl e Uil auspicano una revisione complessiva dell’assetto centrale e decentrato dello Stato con l’abolizione e il radicale dimagrimento di tutti gli enti inutili o senza funzioni chiare e proprie: si può e si deve iniziare dalla razionalizzazione di alcune funzioni non essenziali svolte dalle province.

• CISL e UIL chiedono che il Federalismo Fiscale concorra a ridurre gli attuali squilibri territoriali presenti nel paese e non comporti alcun aumento della pressione fiscale. Questo processo deve contribuire a garantire più trasparenza e una migliore responsabilizzazione nella gestione delle politiche di bilancio, a livello centrale e periferico. Il fisco federale deve conciliare sia il rapporto tra potere di spesa e responsabilità del prelievo fiscale, sia le forme imprescindibili ed indispensabili di perequazione tra le diverse aree territoriali del paese. Anche per questo vanno rafforzati gli attuali sistemi di controllo della spesa pubblica, con meccanismi di premialità per gli enti virtuosi nella gestione economica e finanziaria. Una attenta definizione dei livelli standard dei costi dei servizi rappresenta uno strumento fondamentale per combattere il malgoverno e la burocrazia e per rinnovare le filiere di spesa degli enti locali.

• Per CISL e UIL occorre evitare che il federalismo fiscale comporti maggiori costi che inevitabilmente si scaricherebbero in aumenti della pressione fiscale sui redditi da lavoro dipendente e pensione. E’ necessario che anche per la fiscalità locale sia previsto il principio della flessibilità e manovrabilità dei tributi per permettere interventi a favore di chi vive con redditi fissi.

martedì 21 settembre 2010

Cotonificio Ferrari c'è l'accordo «scaccia-paura»

Intesa sindacale per il passaggio alla H.S.G.
Conferma per 72 dei 159 addetti ammortizzatori sociali per 35 vicini alla pensione; prospettive per altri alle prese con la Cigs

Alla fine l'accordo è arrivato. I sindacati di categoria hanno detto sì al passaggio del Cotonificio Roberto Ferrari di Adro (gruppo Lineapiù in amministrazione straordinaria) alla H.S.G. di Chiari dell'imprenditore Gianbattista Penna. L'intesa, tessuta in questi mesi dal commissario straordinario, Giovanni Grazzini, prevede la conferma di 72 dei 159 dipendenti (di cui 4 part-time), ammortizzatori sociali per 35 lavoratori vicini alla pensione e la riassunzione, nei prossimi 2 anni in caso di necessità produttive, di altri 15 ex dipendenti tra il resto della forza lavoro che sarà interessata dalla Cigs. Garantito anche il mantenimento dei superminimi collettivi e individuali (punto ampiamente discusso dalle parti).
I SINDACATI hanno chiesto e ottenuto anche l'apertura - a un anno dal subentro della nuova società - di un tavolo istituzionale che coinvolga la prefettura per verificare il percorso individuato per gli operai non coinvolti nel progetto di rilancio. Stabiliti anche i primi criteri per le assunzioni: tuteleranno le famiglie nel caso entrambi i coniugi siano occupati in fabbrica (almeno uno dei due manterrà il posto) e altri casi particolari. Soluzioni individuate nel lungo incontro tenuto negli uffici della storica azienda franciacortina, mentre oltre cento dipendenti nel piazzale hanno atteso con ansia di conoscere l'esito del confronto. Un'intesa in un certo senso «sollecitata» dalle maestranze, considerate le 128 firme raccolte a favore dell'impianto emerso dalla trattativa sindacale e già accettato dalla Femca Cisl, ma non ancora dalla Filtem-Cgil e Uilta-Uil; l'accordo per essere valido necessitava dell'unanimità dei lavoratori della firma di tutte le organizzazioni di categoria.
IL LUNGO pomeriggio, comunque, non è iniziato nel migliore dei modi, con il via alla trattativa slittata di mezzora, alle 13.30, per un ritardo della Uilta. Inizialmente è sembrata in salita, dopodichè - alle 15,45 - dagli uffici è uscito di corsa, e sorridente, il commissario Grazzini (in partenza per Milano, atteso da un altro impegno) annunciando che l'accordo «è fatto». Sono servite altre due ore, comunque, prima di vedere tutti i rappresentanti sindacali (non il nuovo acquirente) sul piazzale per illustrare i contenuti agli addetti: «Abbiamo raggiunto la condivisione su un testo che vede importanti miglioramenti e maggiori garanzie - ha spiegato a nome dei sindacati Francesco Saottini della Femca -, anche se materialmente non verrà firmato entro sera. L'imprenditore sceso in campo si è impegnato a richiamare chi non sarà riassunto qualora emergessero picchi di lavoro: resteranno in azienda fino a 4 mesi dopodichè, in caso di altre necessità, non potrà attuare un turn-over ma dovrà assumerli a tempo indeterminato». Dalla nuova proprietà anche la disponibilità, a un anno dall'inizio della Cigs, per una verifica puntuale della situazione con le istituzioni. Saottini ha ammesso che si è sfiorata la rottura sulla questione dei superminimi collettivi (per un operaio valgono 108 euro al mese su una retribuzione di 1.070 euro), ma anche su quelli individuali (per H.S.G. significano 100mila euro in più l'anno alla voce stipendi). Per gli addetti ora rimane il rebus riassunzioni, visto che il criterio cardine è quello «delle esigenze tecnico-organizzative dell'imprenditore».
PER LAURA Tonoli (Filtcem Cgil) «sono stati compiuti passi importanti, anche sul fronte delle clausole previste per verificare la condizione di quanti saranno interessati dalla Cassa straordinaria. Il nostro obiettivo - ha aggiunto - non era di far fallire l'azienda, ma di migliorare il più possibile l'accordo». Anche per Daniele Bailo (Uil) il braccio di ferro con la proprietà e il commissario «è comunque servito a condizionare e migliorare la trattativa. È stata rimossa la pregiudiziale sui part-time, c'è una salvaguardia maggiore per gli addetti in Cigs, è significativa la novità sulla verifica istituzionale». Soddisfatto anche il commissario, Giovanni Grazzini, assistito nella partita dall'avvocato Guido Amato: «Quel che mi premeva era di salvare questa azienda. E l'obiettivo è stato raggiunto - ha detto -. Devo ringraziare anche i sindacati, che hanno dimostrato responsabilità. Mi è stato anche chiesto di restare come amministratore. Non mi era mai successo».
LA STRAGRANDE maggioranza dei dipendenti preferiva l'accordo rispetto all'arrivo al capolinea dell'azienda prospettato dalla procedura in caso di mancata firma dei sindacati. «Sono convinto che ogni soluzione fosse preferibile al fallimento», ha commentato Luca Gandini, caporeparto al filatoio. Sperava nella firma anche Alessandra Goffi (24 anni al Cotonificio, ora al laboratorio qualità) che con le colleghe ha ideato l'iniziativa della raccolta firme: «Si è scelto il male minore: 72 persone potranno lavorare ancora. E questa fabbrica lo merita, fa prodotti di qualità, dai fiammati al misto lana difficile da trovare in Cina». Soddisfatte anche le Rsu della Uilta (le uniche inizialmente non in linea) Stefania Del Barba e Nadia Roberta Goffi: «Abbiamo ottenuto la maggior parte di quello che chiedevamo, compresa l'importante conferma dei superminimi».

Pietro Gorlani - Bresciaoggi

lunedì 13 settembre 2010

Consiglio comunale di Brescia


una delegazione di lavoratori Ideal Standard oggi in consiglio comunale ad assistere alla interpellanza sullo stato del progetto della piattaforma logistica, domani atteso incontro istituzionale in provincia

mercoledì 8 settembre 2010