lunedì 21 giugno 2010

mercoledì 16 giugno 2010

Manovra economica

IL PARLAMENTO DEVE CAMBIARE LA MANOVRA ECONOMICA. BASTA INIQUITA’


Come UIL di Brescia riteniamo necessario nell’interesse del mondo del lavoro, come avviene in altri paesi europei, intervenire a difesa della stabilità dell’euro e del sistema Europa, attraverso la riduzione del deficit pubblico del nostro Paese.
In particolare condividiamo l’azione economica rivolta alla qualificazione della spesa pubblica (costi della politica non sopportabili e lotta agli sprechi, inefficienze e clientele nella pubblica amministrazione). Così come è necessario concretizzare, con maggiore incisività rispetto al passato, politiche per contrastare l’evasione e l’elusione fiscale e contributiva.
Questo deve avvenire senza ostacolare lo sviluppo del Paese per realizzare la crescita economica e per uscire dalla crisi occupazionale e sociale che stiamo vivendo.
Sono pertanto necessarie oltre alle iniziative per ridurre il deficit (che devono essere eque e sostenibili), riforme strutturali per far ripartire il Paese, a partire dal federalismo fiscale accompagnato da senso di responsabilità e coesione sociale, anche attraverso l’utilizzazione del criterio della spesa standard per finanziare il bilancio pubblico.
Come UIL di Brescia riteniamo inaccettabili, così come definiti dal Governo, i provvedimenti che intervengono sul pubblico impiego, con il congelamento per tre anni della contrattazione, il blocco indiscriminato del turn-over e dei percorsi di carriera già contrattati nella scuola.
I lavoratori pubblici non possono essere chiamati sull’altare sacrificale delle inefficienze dello Stato e del malgoverno pubblico. Così come siamo fermamente contrari a interventi sulle pensioni private e pubbliche che mettano in discussione le pensioni contributive legate ai 40 anni di lavoro e dei lavoratori in mobilità, e allungano i tempi per le pensioni di vecchiaia. Esprimiamo inoltre grande preoccupazione sulle decisioni di ridurre il trasferimento delle risorse alle regioni e agli enti locali con il pericolo concreto di interventi al ribasso sul welfare locale che pesano maggiormente per le amministrazioni virtuose.
Come UIL di Brescia condividiamo l’idea di non aumentare la pressione fiscale a chi le tasse già le paga (in particolare lavoratori e pensionati).
E’ necessario però agire fiscalmente sui grandi margini di rendita che esistono in alcuni settori (banche, assicurazioni, grandi patrimoni e rendite finanziare speculative).
Come UIL contestiamo queste parti della manovra economica ed insieme alle categorie stiamo assumendo iniziative verso il Parlamento e nella società civile, proponendo azioni alternative per modificarne gli aspetti di iniquità e per riportare la contrattazione al centro della necessaria riforma del sistema pubblico.
Il sindacato ed i lavoratori non si sottraggono alla loro parte di responsabilità, ma in un quadro di interventi che abbiano come presupposto la solidarietà e il lavoro, la coesione sociale e la tutela dei più deboli. E’ necessario realizzare un percorso che, come dice il Presidente Napolitano, veda il coinvolgimento e la partecipazione di tutte le forze sociali verso il cambiamento socio economico del Paese per realizzare la crescita economica, buona occupazione e tenuta del potere d’acquisto di salari e pensioni, dando fiducia nel futuro alle nuove generazioni.

La Segreteria UIL Brescia

mercoledì 9 giugno 2010

lettera ai giornali di risposta a Zuccoli (A2A)

Egr. direttore, leggiamo con amarezza le recenti dichiarazioni dell'ing. Zuccoli, Presidente di A2A, che indica come unica responsabile dell'indebitamento del GruppoA2A la precedente gestione Asm.
Riteniamo che il valore di un'azienda dipenda dalle persone che ci lavorano almeno quanto dalla capacità imprenditoriale dei manager, pertanto in quanto rappresentanti dei lavoratori A2A sede di Brescia ci riteniamo sbalorditi dalle dichiarazioni del presidente del Consiglio di Gestione.
A noi risulta, consultando il sito ufficiale A2A al 30 giugno 2007, che l'indebitamento finanziario netto del Gruppo Aem era di 4.256 milioni di euro, contro gli 873 milioni del Gruppo Asm. Alla stessa data il totale delle passività di Aem era di 8.896 milioni di euro, contro i 1.971milioni di Asm. Il debito del Gruppo A2A al 31/12/2009 era di 4.694 milioni di euro.
Inoltre è in corso di cessione, per fare cassa, la società Retrasm, proprietaria delle strategiche linee di alta tensione, quelle che permisero a Brescia di gestire al meglio il black-out nazionale di qualche anno fa.
Il presidente Zuccoli strumentalizza il fermo delle centrali bresciane di Gissi e Scandale, dimenticandosi che la crisi della domanda energetica è globale.
L'Asm si è sempre caratterizzata per la sua oculata lungimiranza strategica negli investimenti che l'ha portata a primeggiare tra le ex-municipalizzate consentendole anche l'acquisizione di una quota importante di Endesa Italia. Ci stupisce quindi che il management, che allora prese le decisioni e la classe politica tutta, che tanto invoca la difesa della «brescianità», non spenda una parola per ristabilire la verità sul millantato «buco» di Asm, restituendo la dovuta dignità all'azienda dei bresciani e ai lavoratori e pensionati che contribuiscono o hanno contribuito grandemente ai suoi indiscutibili risultati.

Le segreterie territoriali e i delegati sindacali A2A Brescia Flaei-Cisl e Uilcem-Uil